Rivista online registrata |
ISSN 1974-5044 |
|
|
|
|
|
|
Si accettano articoli, saggi e recensioni in Italiano, Inglese, Francese, Tedesco e Spagnolo. Tutti i contributi (a eccezione delle recensioni) prima della pubblicazione vengono sottoposti in forma anonima ad almeno un referee |
|
|
|
Maggio-Giugno 2011 |
|
Recensioni 2008 - 2009 - 2010 |
|
|
Luigi Bonante, La guerra
«È possibile aggiornare la guerra?».La nuova edizione che Luigi Bonanate propone del suo testo, scritto per la prima volta tra il 1996 e 1997 ed edito nel 1998, si apre con una domanda precisa circa le possibilità e il senso di una riedizione a distanza di quasi tredici anni. A partire dai mutamenti politici e dall'emergere di nuove soggettività, non previste all'interno degli scenari mondiali del conflitto, Bonanate avanza la sua proposta di rilettura: oggi, più che mai, è essenziale riprendere un discorso sui modi e le forme della guerra, focalizzandosi su quei cambiamenti strutturali che ne hanno rivoluzionato le forme tradizionali. Sulla base di questioni semplici e immediate (che cosa è la guerra, come si fa la guerra, perché si fa la guerra, che cosa significa la guerra) l'autore ripropone il proprio percorso di sistematizzazione...
vai alla recensione di Federica Castelli |
|
|
|
Alison Brown, The Return of Lucretius to Renaissance Florence
Chiunque, per motivi di studio, si sia occupato della storia della tradizione epicurea, conosce il ruolo centrale che ebbe la Firenze umanistica nella rivalutazione e diffusione delle teorie filosofiche associate alla scuola del Giardino, soprattutto attraverso la sua più importante fonte latina, il De rerum natura di Lucrezio. La storia ha il suo fortunato inizio nel 1417, quando l'umanista fiorentino Poggio Bracciolini riporta alla luce, dopo secoli di oblio, il "perduto" poema lucreziano. Inviato all'amico e concittadino Niccolò Niccoli, il codice inizia a circolare e a essere riprodotto dai letterati fiorentini, in un numero di copie sufficiente a permettere a Lucrezio di fare il suo ritorno ufficiale nella cultura europea. Se si considera che nel 1414 un altro umanista...
vai alla recensione di Andrea Ceccarelli |
|
|
|
Pierluigi Donini, Commentary and Tradition. Aristotelianism, Platonism and Post-Hellenistic Philosophy
Il volume raccoglie ben ventitrè saggi che P. Donini ha dedicato alla filosofia antica nel corso della sua pluridecennale ricerca. Di questi, due sono inediti (Cause, volontarietà e decisione in Aristotele, Rhet. I 10-15, pp. 53-83 e Il De genio Socratis di Plutarco: i limiti del dogmatismo e quelli dello “scetticismo”, pp. 403-22), mentre i rimanenti coprono un arco temporale che va dal 1978 (Aristotele, De motu animalium 701a7, pp. 85-6) al 2007 (Senarco. Alessandro e Simplicio su movimenti e grandezze semplici nel De caelo, pp. 173-7; non considero qui Alexander’s De Fato. Problems of Coherence, pp. 139-54, che in effetti è comparso nel 2010 in traduzione inglese, ma la cui prima versione italiana risale al 1987). Come scrivono M. Bonazzi e R.W. Sharples nella loro Introduzione...
vai alla recensione di Aurora Corti |
|
|
|
Andrei Marmor, Philosophy of Law
Ogni disciplina elabora un canone: un modo di rappresentare il suo oggetto, un linguaggio che esalta i punti di rilievo e sottace gli elementi secondari, elaborati e sostenuti da un pantheon di autori, che in diversa misura contribuiscono a determinare i confini della disciplina in questione. Ogni proposta teorica che faccia suo un canone, pertanto, va esaminata alla luce della dialettica impercettibile tra gli esiti cui essa approda e gli elementi che omette, consapevolmente o meno. Tale premessa è d’obbligo allorché si valuta l’impatto e il valore di un testo, come Philosophy of Law di Andrei Marmor, volto a circoscrivere e discutere i nodi salienti di un ambito vasto, come la filosofia del diritto, che nella tarda modernità (secc. XIX-XX) ha rappresentato...
vai alla recensione di Mariano Croce |
|
|
|
Franco Rella, Interstizi
La lettura di Interstizi di Franco Rella è un viaggio intenso e affascinante lungo i labili confini che corrono tra l’universo della riflessione filosofica e quello delle diverse forme di espressione artistica. Negli otto capitoli che compongono il piccolo volume, l’autore esplora l’opera di quei geni che hanno testimoniato con i loro lavori la possibilità di un intimo intreccio tra il pensiero concettuale e quello per rappresentazioni, tratteggiando brevi riflessioni frammentarie che si snodano nel corso del libro e che rivelano via via un comune filo conduttore.
La prima tappa del viaggio ci mette a confronto con le filosofie della fine del senso, emerse negli anni Ottanta del secolo scorso, che hanno avuto tra i principali esponenti figure come Deleuze, Foucault e Derrida. Tutti pensatori...
vai alla recensione di Elena Ponta |
|
|
|
|