Rivista online registrata
ISSN 1974-5044

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Si accettano articoli, saggi e recensioni in Italiano, Inglese, Francese, Tedesco e Spagnolo. Tutti i contributi (a eccezione delle recensioni) prima della pubblicazione vengono sottoposti in forma anonima ad almeno un referee

 

 
Anno 2014
Recensioni 2008 - 2009 - 2010 - 2011 - 2012 - 2013
 

Adriano Fabris, Etica della comunicazione

La riedizione di questo studio di Adriano Fabris si colloca nel solco delle ultime ricerche da questi condotte nell’ambito della filosofia morale. All’interno di tale ambito generale, si dischiude qui un intendimento specifico. Come approfondimento del suo lavoro intitolato TeorEtica (Morcelliana, Brescia 2010), l’autore del libro identifica l’istanza più propria di qualunque essere e intendere umano come correlato al suo modo d’agire e interagire. La teoresi, cioè, non rappresenta per Fabris un complesso astratto di enunciazioni ed elucubrazioni avulse dal reale, o tali da poter pretendere forme più o meno dispotiche di ingerenza rispetto a esso. La teoresi, piuttosto, viene pensata come intrinsecamente etica. Ciò nella misura in cui quella si interroga sull’ambito specifico che a questa attiene, quale istanza probante ogni possibile azione operabile e vivibile dell’essere umano. Tale dimensione, che la teoria interroga e che l’etica incarna, è quella del senso. Esattamente in ordine alla problematizzazione della questione afferente il senso e alla domanda teor-etica sul modo di darsi di questo, si pone la particolarità dello studio qui considerato...
vai alla recensione di Marco Viscomi

 

Maria Grazia Turri (a cura di), Femen. La nuova rivoluzione femminista

Il volume curato da Maria Grazia Turri raccoglie contributi di varie interlocutrici e interlocutori italiani che da anni si dedicano ai temi della differenza sessuale, alle problematicità del genere, ai rapporti tra i sessi e al rapporto tra donne all'interno del movimento femminista. Nonostante la varietà degli approcci e la presenza di alcuni contributi preziosi, il testo, di per sé, è da ritenersi problematico. I motivi di tale giudizio sono molteplici, e le righe che seguono cercheranno di illustrare a grandi linee le criticità di un lavoro di cui con difficoltà si comprende la cornice generale. L'argomento del libro, il contestato e ambiguo movimento delle Femen, è infatti problematico di per sé e rende diffidenti al volume sin dal primo momento. Il movimento delle Femen, che già riscontrava dubbi all'interno del movimento femminista, non solo in Italia, nel corso dell'ultimo anno ha rivelato forti contraddizioni e ambiguità. Alla luce di alcune rivelazioni, il titolo Femen. La nuova rivoluzione femminista, appare nettamente fuori luogo. Ovviamente, bisogna riconoscere che questo libro è stato scritto poco prima che molte di queste problematicità...
vai alla recensione di F.C.

 

Ekaterina Poljakova, Differente Plausibilitäten. Kant und Nietzsche, Tolstoi und Dostojewski über Vernunft, Moral und Kunst

Il sessantatreesimo volume della rinomata collana Monographien und Texte zur Nietzsche-Forschung è dedicato al dialogo tra quattro grandi pensatori: due filosofi, Kant e Nietzsche, e due scrittori, Tolstoj e Dostoevskij. Trattasi in questo caso della tesi di abilitazione di Ekaterina Poljakova, discussa nel 2011 presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Ernst-Moritz-Arndt di Greifswald. L’autrice, forte di una profonda conoscenza dell’opera dostoevskijana e tolstojana (Poljakova si è addottorata in filologia russa con una tesi sulla poetica del dramma e l’estetica del teatro ne L’idiota e Anna Karenina), mette a dialogo due tradizioni diverse, ma egualmente fondamentali nello sviluppo della cultura europea: la tradizione filosofica tedesca e quella letteraria russa. L’obiettivo principale è di «mettere in chiaro le impercettibili differenze dei punti di appoggio [Anhaltspunkte], o meglio, delle fondamentali premesse inespresse» (p. 3) che separano le varie posizioni. In altri termini, si tratta di far apparire ciò che Poljakova denomina le «diverse plausibilità» su cui si regge il pensiero dei quattro autori...
vai alla recensione di Paolo Stellino

 

Andrea Parravicini, Il pensiero in evoluzione. Chauncey Wright tra darwinismo e pragmatismo

Il volume di Andrea Parravicini Il pensiero in evoluzione. Chauncey Wright tra darwinismo e pragmatismo colma un vuoto nel panorama italiano degli studi sulla storia della teoria dell’evoluzione: l’autore, dopo la felice esperienza de La mente di Darwin. Filosofia ed evoluzione (Negretto, Castel d’Ario 2009), si cimenta nuovamente con il pensiero evoluzionista ottocentesco, regalandoci una bella e precisa ricostruzione della biografia intellettuale del filosofo americano Chauncey Wright, maestro dello psicologo William James e di Charles Sanders Peirce.
Lungo il corso dell’opera, l’autore ricostruisce la personalità di un pensatore che, sebbene poco noto in Italia, è stato un acuto interlocutore di Charles Darwin in merito a temi di profondo interesse, quali il teleologismo nella teoria dell’evoluzione e la natura della differenza cognitiva tra esseri umani e animali ‘inferiori’, arrivando a proporre quella che Parravicini presenta come una felice sintesi di darwinismo e pragmatismo filosofico, che passa attraverso la formulazione di un’ipotesi scientifica sorprendentemente vicina all’idea di exaptation...
vai alla recensione di Roberta Pasqua Mocerino

 

Stavros Tsitsiridis, Beiträge zu den Fragmenten des Klearchos von Soloi

Il Peripatetico Clearco, vissuto tra il IV e il III sec. a. C., era nato Soli di Cipro; aveva frequentato il Liceo di Aristotele a Atene e aveva probabilmente viaggiato in Medio Oriente, se con lui è da identificare l’autore dell’epigramma dedicatario di una stele con i detti dei Sette Sapienti rinvenuta a Aï-Khanoum nell’attuale Afghanistan (l’antica Bactriana). Niente altro sappiamo sulle sue vicende biografiche.
Le fonti antiche testimoniano un cospicuo numero di scritti il cui argomento è piuttosto erudito che filosofico. La sola opera il cui contenuto richiama più da vicino temi filosofici è il quella intitolata Il sonno. I pochi frammenti residui discutono un caso di morte apparente e presentano Aristotele che discute con un giudeo sull’anima. Le influenze di dottrine platoniche in questi testi sono considerevoli. A Platone Clearco aveva dedicato anche un trattato relativo alle sezioni matematiche della Repubblica e un Elogio. Un altro membro dell’Accademia, Arcesilao di Pitane, era probabilmente...
vai alla recensione di Tiziano Dorandi

 

Friedrich Nietzsche, Crepuscolo degli idoli

La casa editrice Claudiana dedica un altro dei suoi preziosissimi volumi alla figura del grande riformatore Martin Lutero, pubblicando la traduzione italiana delle Resolutiones disputationum de indulgentiarum virtute con testo originale a fronte. L’opera venne composta quasi a ridosso dell’affissione delle 95 Tesi, avvenuta il 31 ottobre 1517 sul portale della chiesa del castello di Wittenberg. La richiesta prima del vescovo Girolamo Schulz di differire la pubblicazione e il sopraggiungere poi di nuovi e importantissimi impegni teologici e accademici, che si concretizzarono nella celeberrima disputa di Heidelberg, non consentirono la pubblicazione delle Resolutiones prima dell’agosto 1518. La ragione dell’opera non è difficile da immaginare: l’eco delle 95 Tesi fu immensa, tanto che cominciarono a circolarne persino traduzioni in lingua tedesca e altrettanto prontamente arrivarono critiche e osservazioni, molte delle quali meramente screditanti, su affermazioni il cui schietto tenore teologico, checché se ne dica, fu subito intercettato. È d’obbligo infatti precisare che lo scandalo delle indulgenze non fu agli occhi di Lutero tanto un problema di moralità (senz’altro anche questo: si pensi ad esempio alle obiezioni dei ‘laici’, di cui riferiscono le ultime Tesi)...
vai alla segnalazione bibliografica di Gianfranco Ferraro

 

Giorgio Agamben, Il mistero del male. Benedetto XVI e la fine dei tempi

Questo agile libretto di Giorgio Agamben, recentemente edito per i tipi di Laterza, pone a tema la rinuncia al soglio pontificio da parte di Benedetto XVI, provando però a leggerla alla luce di un contesto più ampio. Ad avviso di Agamben, infatti, la profonda valenza della decisione di Benedetto XVI può trovare un proprio luogo di senso nell'intersezione tra due riflessioni: quella sul «mistero del male» o «dell'anomia» – il mysterion tes anomias (mysterium iniquitatis) della Seconda lettera ai Tessalonicesi (2, 1-11) di Paolo –; e quella sul significato che il ruolo della Chiesa – intesa, ancora paolinamente, come corpo di Cristo – assume sul piano escatologico, ovvero in rapporto alla fine dei tempi.
Queste sommarie indicazioni aiutano forse a gettare una prima luce sull'apparente cripticità del titolo di questo volumetto: Il mistero del male. Benedetto XVI e la fine dei tempi è in effetti una dichiarazione di intenti sul compito, che Agamben fa proprio, di far giocare tra loro il mysterion tes anomias, la radicalità della decisione del Pontefice e la questione escatologica...
vai alla recensione di Federica Pazzelli

 

Gianluca Vagnarelli, La democrazia tumultuaria. Sulla filosofia politica di Jean-Paul Sartre

Senza dubbio, il titolo del testo di Vagnarelli cattura al primo sguardo. Dagli scaffali, dai cataloghi online, La democrazia tumultuaria. Sulla filosofia di Jean-Paul Sartre attira l'attenzione, sia del lettore appassionato di Sartre, sia di chi si occupa di filosofia politica, e di tumulti e rivoluzioni in particolare. All'interno del vastissimo panorama degli studi sartriani poche sono le letture che si concentrano in modo specifico sulla filosofia politica del filosofo francese e ancor meno sono i testi che operano una messa a fuoco così precisa sul tema della democrazia tumultuaria, sull'opposizione ricorrente tra libertà e istituzione. Gianluca Vagnarelli, l'autore di questa ricerca, è un filosofo politico, cosa che dà un sapore in più alla sua analisi di Sartre, che è stato letto in ottica letteraria, psicologica, fenomenologica, morale, ma raramente in una declinazione così specificatamente politica. Per questo motivo, il testo attira e sfida: viene subito la tentazione di prenderlo e sfogliarlo, per vedere se è davvero all'altezza dell'originalità che sembra promettere...
vai alla recensione di Federica Castelli

 

Lutero, Le Resolutiones. Commento alle 95 Tesi.

La casa editrice Claudiana dedica un altro dei suoi preziosissimi volumi alla figura del grande riformatore Martin Lutero, pubblicando la traduzione italiana delle Resolutiones disputationum de indulgentiarum virtute con testo originale a fronte. L’opera venne composta quasi a ridosso dell’affissione delle 95 Tesi, avvenuta il 31 ottobre 1517 sul portale della chiesa del castello di Wittenberg. La richiesta prima del vescovo Girolamo Schulz di differire la pubblicazione e il sopraggiungere poi di nuovi e importantissimi impegni teologici e accademici, che si concretizzarono nella celeberrima disputa di Heidelberg, non consentirono la pubblicazione delle Resolutiones prima dell’agosto 1518. La ragione dell’opera non è difficile da immaginare: l’eco delle 95 Tesi fu immensa, tanto che cominciarono a circolarne persino traduzioni in lingua tedesca e altrettanto prontamente arrivarono critiche e osservazioni, molte delle quali meramente screditanti, su affermazioni il cui schietto tenore teologico, checché se ne dica, fu subito intercettato. È d’obbligo infatti precisare che lo scandalo delle indulgenze non fu agli occhi di Lutero tanto un problema di moralità (senz’altro anche questo: si pensi ad esempio alle obiezioni dei ‘laici’, di cui riferiscono le ultime Tesi)...
vai alla recensione di Alessandro Agostini

 

Luisa Valente, Pina Totaro (a cura di), Sphaera. Forma immagine e metafora tra Medioevo ed età moderna

La casa editrice Olschki ha dato alle stampe una raccolta di ben diciotto contributi aventi come filo conduttore l’immagine della sfera, la quale dalle sue antichissime origini greche attraversa quasi indisturbata tutta la stagione filosofica medievale e moderna. Dalla sequenza degli articoli, evidentemente collocati secondo un criterio eminentemente cronologico, emerge tuttavia un risultato assai più complesso e ambizioso di quanto non possa a prima vista apparire: non si tratta infatti semplicemente – per così dire – di ricostruire i modi in cui tale immagine è stata di volta in volta declinata da singoli pensatori, ma anche di servirsi di tali ricostruzioni per scrutare in filigrana quelle epoche, quelle sensibilità, quelle prospettive entro le quali un medesimo problema è stato fatto oggetto di studio, fino ad ottenere così, a fianco e oltre la linearità della ricostruzione storica dell’immagine, anche fratture, discontinuità, eterogeneità di approcci e considerazioni non pacificamente cumulabili, come assai diligentemente hanno cura di far notare nella Premessa le due curatrici della raccolta, Luisa Valente e Pina Totaro....
vai alla recensione di Alessandro Agostini

 

Walter Hopp, Perception and Knowledge: A Phenomenological Account

Il libro di Walter Hopp, Associate Professor all’università di Boston, è un lavoro di grande interesse per chiunque intenda non solo avvicinare, ma anche confrontarsi in modo serio con il dibattito, prevalentemente anglosassone, sullo statuto concettuale o meno del contenuto psichico, e in particolare percettivo. A tal riguardo Hopp svolge un lavoro a dir poco eccellente: chiarezza concettuale, scrupolo analitico, vigore argomentativo, grande capacità di sintesi – in ragione della quale vengono passate in rassegna numerosissime posizioni senza che questo appesantisca in alcun modo il libro. Perception and Knowledge propone infatti un contributo fenomenologico a completo supporto della tesi che il contenuto percettivo, nell’uomo e negli animali superiori, non sia di natura concettuale, possedendo inoltre valore epistemico e forza di legittimazione nei confronti delle credenze...
vai alla recensione di Marco Tedeschini

 

Patricia Fara, Erasmus Darwin: Sex, Science, and Serendipity

Scorrendo il breve profilo biografico collocato nel risvolto di copertina di Erasmus Darwin: Sex, Science, and Serendipity, non può non saltare agli occhi il notevole impegno extra-accademico profuso negli anni da Patricia Fara, docente di storia della scienza presso la University of Cambridge ed esperta in particolare dell’età illuministica. È sufficiente leggere poche pagine del suo ultimo, pregevole lavoro per appurare come questo interesse alla divulgazione abbia a sua volta influenzato la sua attività stricto sensu accademica. Il volume che mi accingo a commentare è infatti una chiara riprova di come una ricerca storica seria e approfondita possa ben accompagnarsi a una prosa semplice e ricca di spirito; prima ancora che per i suoi intrinseci meriti scientifici, questo libro si segnala dunque come una lettura piacevole e accattivante.

I due aspetti per i quali Erasmus Darwin (1733-1802) è comunemente noto al pubblico sono senza dubbio la parentela con Charles Darwin, di cui fu nonno, e contestualmente il fatto che in alcune pagine della sua opera più famosa, la Zoonomia (1794-96)...
vai alla recensione di Federico Morganti

 
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Ringraziamenti
Si ringraziano tutte le case editrici che hanno cortesemente messo a disposizione i volumi affinché potessero essere recensiti.
 
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